25 maggio 2007

Il senso di un vino



Mi capita sovente di fermarmi a riflettere per qualche secondo nella mia piccola cantina, davanti ad una botte; con un bicchiere di vino in mano a chiedermi se, ad esempio, certe mie scelte tecnico-produttive, in cui ho sempre creduto e credo fermamente, siano davvero azzeccate e se possano essere comprese fino in fondo da chi si accosta alle mie umili creature. Per fortuna, ogni tanto, c'è qualche segnale positivo che sembra dipanare ogni mio dubbio. In qualche recente degustazione, infatti, il primo Nuvole e Pane, quello del 2004, sembra sinceramente aver toccato le corde sensoriali ed emotive degli assaggiatori. E noto, con piacere e sorpresa, che aumenta il numero degli appassionati, soprattutto giovani come me, che ricercano in un bicchiere di vino un significato, un senso. Ed ascoltano, con limpida curiosità, cosa vuol dire non usare i lieviti selezionati ma sfruttare quelli autoctoni, perchè non ami i tannini esogeni, gli enzimi estrattivi o qualsiasi altra deviante forzatura ma lasci che il vitigno si esprima da solo, che sia la vigna a parlare nel segno di ogni annata. E per fare questo non c'è bisogno di essere biodinamici, "veri" o quant'altro: non occorre avere un etichetta, ma essere un viticoltore con del buon senso. Del resto, le uniche etichette che a me piacciono sono quelle delle bottiglie !...